Fisica

Per un passato migliore ci servono i tachioni

"Se non ci sono domande ci vediamo Giovedì". La ciurma di apprendisti ingegneri si alza e lascia l'aula. Tra quelle teste colme di dubbi e sogni ci sono anche  io. Come sempre temporeggio, aspettando che non ci sia folla all'uscita e preparo un poco di musica che mi accompagni durante il viaggio. Metto le cuffiette e taglio i ponti con il mondo esterno. In riproduzione casuale parte una canzone dei Ministri, I tuoi weekend mi distruggono:

L'ho ascoltata almeno un milione di volte (di cui due fieramente live), le parole sono incise a fuoco nella mia mente. Eppure una frase, che tra l'altro concettualmente con la canzone c'entra poco, mi fa riflettere su qualcosa che una volta avevo letto, ma che oggi voglio condividere con voi.

I tuoi weekend mi distruggono
Voglio un passato migliore

Un passato migliore. Un viaggio indietro nel tempo. Ma certo, i tachioni! Chissà perché non ci hanno pensato.

Magari perché questi tachioni, dal greco tachýs che significa "veloce", sono particelle solo immaginarie. Bhe non proprio, ma lasciatemi spiegare meglio.

Energia immaginaria

La prima descrizione teorico-concettuale di queste quantomeno bizzarre particelle è attribuita ad Arnold Sommerfeld, che quindi possiamo definire a tutti gli effetti il padre biologico, senza trascurare colui che li battezzò con questo nome magnifico, ovvero Gerald Feinberg.

Queste particelle sono davvero particolari: secondo le equazioni, se la loro energia e quantità di moto fossero reali, la massa a riposo sarebbe immaginaria, oppure se la massa a riposo e la quantità di moto fossero reali, l'energia sarebbe immaginaria (in senso matematico, ossia se indichiamo con E l'energia, il prodotto ExE dovrebbe essere un numero negativo).

Quest'ultima implicazione porta ad una caratteristica ancora più rara: se infatti il valore della massa è immaginario, il denominatore della frazione deve essere immaginario per mantenere l'energia reale (dividere un immaginario per un immaginario genera un numero reale), e ciò avviene solo quando la quantità all'interno della radice è negativa, ovvero quando v è maggiore di c.

Il tachione in pratica è costretto a viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce. Ma non solo. Al diminuire dell'energia la sua velocità aumenta (basta dare uno sguardo all'equazione per rendersene conto).

Principio di causalità

Il tachione deve quindi muoversi  almeno alla velocità della luce. Ma cosa implica questo? Avvicinandosi alla velocità della luce il tempo rallenta fino a fermarsi, e dopo c'è il limite della materia ordinaria. Ma per una particella dalla massa immaginaria abbiamo visto che questo limite non esiste, anzi vale il discorso opposto.

Superata la velocità della luce il tempo comincia quindi a scorrere all'indietro: è qui che risiede il punto più difficile dell'ammissione, anche solo teorica, del tachione.

Questa caratteristica, che è intrinseca nelle sue misure fisiche, porterebbe a violare il principio di causalità: viaggiando indietro nel tempo, ciò che noi vedremmo (ancorati ad un sistema di tempo ordinario) sarebbe prima il suo futuro e successivamente il suo passato: lo vedremmo morire per poi nascere. Inoltre, vivendo la sua vita al rovescio, egli potrebbe inviare informazioni al suo passato per modificare il futuro, un poco come nel paradosso del nonno.

Questo porterebbe ad un'alterazione della realtà le cui conseguenze sono solo immaginabili, in fondo come i tachioni stessi.

Morale della favola?

I Ministri devono ancora aspettare per farsi un viaggetto a ritroso nello spazio-tempo. Nel frattempo però potrebbero far uscire un album nuovo.

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