A spasso con Van Gogh
Ciao Billy! Oggi voliamo a Amsterdam!
Che sguardo ammiccante e arguto, sono sicura che hai indovinato il motivo! Andiamo a Amsterdam proprio per visitare il meraviglioso museo dedicato a Van Gogh in occasione del 125° anniversario della sua morte! Sempre astuto e mai banale Billy, e io che temevo pensassi solo ai coffee shops… non mi deludi mai!
Cerchiamo di conoscere meglio questo artista sensazionale, che, come tutti i geni, è un po’ folle e fatica a trovare la serenità nella sua vita, ma d’altra parte eccelle nel manifestare i suoi sentimenti, tanto da diventare il simbolo dell’Espressionismo. La genialità ha sempre un doppio volto, ormai lo sai Billy.
Ti chiederai, capisco Ehrenfest, Huygens, Snell, Zeeman, Van Der Waals, tutti fisici olandesi, ma Van Gogh? Cosa c’azzecca Van Gogh con la nostra palestra?
La risposta è semplice e immediata: LUCE.
Tutti i fisici olandesi sono maestri dell’ottica e lui non è da meno.
La divisione tra arte e scienza, che oggi pensiamo come due mondi separati, in realtà è nata solo in epoca moderna con la “Rivoluzione Scientifica” del Seicento (ti ricordi Billy?). In epoca classica non c’era una vera e propria contrapposizione tra la dimensione estetica e quella scientifica, tra esse esisteva invece una forte compenetrazione e interconnessione rinvenibile nel termine greco “techne”, che può essere tradotto sia con “arte” sia con “tecnica”. La prima basata sull’intuizione, la seconda sulla ragione, corrispondono a modi diversi di sperimentare la realtà, tra i quali non può essere stabilita nessuna priorità (abbiamo fatto anche la rima Billy, zan zan).
La scienza nei quadri di Van Gogh, per esempio, è protagonista nelle questioni logistiche di restauro, di trasporto con adeguati materiali di imballaggio, di conservazione e di esposizione con opportuni sistemi di illuminazione. La scienza però non è solo un approccio di noi osservatori del XXI secolo per studiare i quadri di Van Gogh, ma è anche insita in modo consapevole fin dalle prime pennellate del pittore.
Il protagonista dei quadri di Van Gogh infatti è sempre lui, non i girasoli ma il giallo, non la notte stellata ma il blu del cielo, non gli iris ma il verde delle foglie, non lui stesso ma il rosso della sua barba. Insomma, in un parola, il COLORE. Il colore è il mezzo per esprimere la luce, che trasmette all’osservatore sensazioni. Lui stesso in una lettera al fratello Theo del 4 Novembre 1885 scrive:
"Ma la storia della maggior parte delle persone, attraverso una specie di destino, è cercare la luce per lungo tempo. Infatti è assolutamente certo che le leggi del colore, che Delacroix ha stabilito per primo e espresso pienamente, (come la gravità per Newton e il vapore per Stephenson), siano quelle della luce"
Van Gogh sapeva che il colore sulla tavolozza non è uguale alla sua resa una volta steso, ma soprattutto sa che il tempo lo modifica. In altre parole invecchia, come te Billy.
Variare colore significa modificare la luce e quindi trasmettere una sensazione diversa. A sinistra Billy puoi vedere il quadro come appare oggi, a destra invece come si pensa che fosse nel 1888 grazie a una dettagliata analisi chimica e fisica dei pigmenti utilizzati. La differenza è evidente, soprattutto il colore delle pareti. Nel primo caso sono di un azzurro piuttosto chiaro e brillante, come se fosse una giornata di sole e Vincent, in un raro momento di gioia, sia corso in camera per recuperare un pennello appena prima di pranzo. Le pareti del quadro originale invece sono viola, non ci sono contrasti e sembra che il sole non sia ancora sorto, come se Vincent abbia passato una notte insonne dipingendo e, esausto, si sia accorto che ormai è l’alba e sia in procinto di addormentarsi mentre il resto del mondo invece si sveglia. Un’altra differenza è la tonalità del giallo del letto, prima vibrante, oggi imbrunita. Lui stesso dice:
"Questa volta il dipinto rappresenta semplicemente la mia camera, e qui il colore la fa da padrona, cercando di suggerire la sensazione di riposo o di sonno. In breve, guardando il dipinto, la mente o piuttosto l’immaginazione, dovrebbe riposare. Le pareti sono di un viola pallido, le piastrelle del pavimento rosse, la testata del letto e le sedie di un giallo burro fresco, le lenzuola e la federa verde limone brillante, il copriletto rosso scarlatto, la finestra verde, la tovaglia arancione, la bacinella blu, le porte lilla. Non c’è nient’altro in questa camera, con le ante chiuse. La solidità dell’arredamento dovrebbe esprimere un riposo difficile da svegliare."
Arles, 16 Ottobre 1888
Da un studio effettuato su “Donne Bretoni dopo Émile Bernard” è stato possibile analizzare i pigmenti attraverso la loro reazione ai raggi UV con cui è stato illuminato il dipinto e conoscerne la composizione. Il più evidente è il bianco delle cuffie tipiche indossate dalle donne bretoni, che brillano di verde al buio. Questo ha permesso di scoprire che l’ingrediente principale del bianco è lo zinco, la cui luminescenza ha tempi di vita più lunghi nel caso ci siano impurezze, che costituiscono degli “stati trappola”. Si pensa che questi difetti siano dovuti al fatto che i colori ormai erano prodotti industrialmente e non più in modo artigianale. Come già detto, la luce utile per mettere in mostra tale fenomeno è quella UV che prima abbiamo detto essere dannosa per il quadro. L’esposizione comunque non si prolunga nel tempo, ma è limitata.
Quali sono quindi gli accorgimenti da adottare per poter preservare la bellezza dei dipinti di Van Gogh Billy? Lo stato originale del quadro può essere certamente ripristinato attraverso il restauro, ma l’intervento non deve mai essere brutale. È sempre preferibile la manutenzione rispetto al ripristino quando possibile, perché la variazione dei colori per invecchiamento è sempre e comunque una forma di arricchimento e non di svilimento. Van Gogh stesso lo sapeva. Bisogna apprezzare i nuovi toni del dipinto e adattarsi alle sue nuonces variate. Insomma, il tempo aggiunge fascino non solo alle persone, ma anche ai quadri. È come se i girasoli di Van Gogh fossero in una perpetua e infinita fioritura, senza mai appassire. Quindi Billy, non nascondere la tua età, sii fiero dei tuoi anni.
Questo articolo è basato su un workshop tenutosi presso il Politecnico di Milano “Luce e colore: un nuovo modo di leggere la pittura di Vincent Van Gogh”.
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