Dubbi esistenziali

Cielo a pecorelle ozono a catinelle

L’estate sta ormai giungendo al termine, nessuno di noi vuole accettarlo, ma purtroppo è così, dobbiamo farci forza Billy e cercare di andare avanti: Lei vorrebbe così.
Dai piani alti cercano di abituarci all’idea con un fenomeno naturale che ognuno di noi ha avuto il piacere (più o meno) di osservare: quei bei temporali estivi che fanno fuggire come sciami impazziti umide fiumane seminude di turisti amareggiati che, con un certo disappunto trovano rifugio in stabilimenti sovraffollati, in attesa che Madre Natura trovi al più presto pace.

E durante l’attesa  del dolce placarsi della tempesta che cosa nessuno di noi può ignorare?

L’odore della pioggia

No Billy, la terra non inizia a marcire durante gli acquazzoni.
Ciò che noi tutti avvertiamo è ozono.

Devi infatti sapere che la parola ozono deriva dal greco ozòn che significa “emanare odore” oppure, senza troppi giri di parole PUZZARE.

-Ellenici vecchi furbacchioni, non gli si può nascondere nulla!

No Billy, no, per questo tu sei nato “hic et nunc”

-Nunc - apisco.

Lo so bene, meno parlare più ascoltare.

E’ complesso rappresentare graficamente la molecola di ozono.
Possiamo definire la sua struttura come intermedia tra diverse possibili strutture, dette limite in quanto la molecola reale non è né l’una né l’altra ed è chiamata dagli “adetti ai lavori” ibrido di risonanza

Ozono_struttura

Anche se avrai sentito spesso parlare di ozono (soprattutto per il celebre “buco” che sovrasta ogni giorno il tuo stolto cranio) diciamo che né cresce sugli alberi e né lo trovi sugli scaffali del supermercato in quanto è instabile in forma gassosa ed esplosivo allo stato liquido.

L’ozono si forma secondo la sequenza radicalica endotermica

$$O_{2} \rightleftharpoons \dot{O}+\dot{O}s=4$$
$$O_{2}+\dot{O} \rightleftharpoons O_{3}s=4$$

partendo da molecole di ossigeno O2, presente nell’aria fornendo energia.

Produrre artificialmente ozono è un processo complesso che avviene tramite generatori che sfruttano l’elettricità per mezzo dell’ “effetto corona” o tramite lampade a raggi ultravioletti.

-E tutto questo cosa avrebbe a che fare con la pioggia e l’estate?

Hai ragione ora ricomponiamo il puzzle.

La fonte di energia di cui Madre Natura si avvale per produrre l’ ”eau de pioggé” sono i fulmini, che liberano scariche elettriche in grado di decomporre le molecole di ossigeno presente nell’aria.

Abbiamo già detto che di ozono non è ricco il mondo ed il motivo per cui riusciamo a percepirlo è che il nostro organismo lo riesce ad individuare facilmente:

Il naso umano riesce a distinguere facilmente la presenza dell’ozono nell’aria. In media basta che siano presenti 10 parti di ozono per miliardo per percepire l’odore di pioggia.

Mi sembra quindi evidente che non è necessario essere un setter inglese per avvertire distintamente che sta per arrivare dell’antipaticissima H2O a rovinare le nostre giornate di sole;
chi lo sa, magari il nostro olfatto è così attento a quell’odore pungente quasi per “istinto”, per cercare un rifugio; scappiamo non tanto dalla pioggia quanto dal pensiero che ciò che l’estate è e porta ogni anno con sé debba prima o poi come tutte le cose giungere inevitabilmente a termine.

Non ascoltarmi Billy, per ora non pensiamoci: “se anche il cielo è a pecorelle ne vedremo ancora delle belle”.

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