La prima Volta non si scorda mai (o La prima pila)
Oggi vorrei raccontare una storia.
No non ha a che fare con cavalieri e principesse e nemmeno con virili rospi perché queste sono sciocchezze Billy! Le mie ranocchie sgambettanti ti piaceranno molto di più.
Quindi adesso ti metterai composto, ti rimboccherò le coperte e starai zitto ad ascoltare divertito.
C’era una volta la prima metà del Settecento, periodo durante il quale le dame di corte erano solite elettrizzare di tutto. Sì Billy parlo di elettricità, come quella delle lampadine e loro si dilettavano ad infonderla negli oggetti di uso comune, addirittura nelle più svariate parti del corpo umano.
Non hai il permesso di commentare.
Tornando a noi. Durante le cerimonie con grandi tavolate imbandite le giovani fanciulle donavano baci elettrici e pungenti ai ragazzi che, dal canto loro con le mani attiravano con la magia (e invece no è solo scienza mio caro!) oggetti leggeri (come quando dopo aver strofinato una penna riesci ad attrarre foglietti di carta). Talvolta i giovinetti esageravano ed erano elettrizzati a tal punto che il loro corpo veniva circondato da un velo luminoso (e no Billy, non erano dei santi).
Questa pratica così di moda fu l’occasione per alcuni fisici per intrattenere ed allo stesso tempo spiegare i loro esperimenti durante salotti ed incontri mondani con magari anche la speranza di rimediare qualche scossa d’amore (non avendo ancora i pacemaker facevano quel che potevano).
Parlare di scienza divertendo, un po’ come noi Senza Palestra Billy e come la nostra musa Faraday, lo ricordi vero?
Proprio in questo contesto nacquero le teorie che fornivano le prime spiegazione e conclusioni riguardo questi fenomeni che sono per noi ormai ordinaria quotidianità.
E sai come decisero di farlo?
Nel modo più fiabesco possibile amico mio: utilizzando delle rane che, poverine, scappavano ben volentieri dai baci di certe zitellone di corte.
I primi impegni concreti seguendo questa zoologica via arrivarono proprio dall’Italia.
Galvani catturò delle rane e (credo proprio non fosse quello che si dice un animalista) dopo una serie di esperimenti arrivò alla sensazionale scoperta che le gambe degli anfibi, separate dal resto del corpo, scuoiate e unite per i nervi crurali, si contraevano vistosamente quando muscoli e nervi venivano messi a contatto tramite un archetto fatto da due metalli differenti.
Questo secondo Galvani a causa di un’elettricità animale prodotta dal cervello delle rane, che passando tramite i nervi si accumulava nei muscoli.
Ma Galvani non era l’unico ad essersi interessato alla questione. Negli stessi anni infatti il giovane Volta stava studiando da autodidatta i fenomeni elettrici attraverso la povera letteratura scientifica disponibile. Dopo aver creato diversi strumenti come l’elettroforo perpetuo, Volta lesse degli esperimenti di Galvani.
Questa cosa dell’elettricità animale non gli piacque affatto, poiché era convinto che l’elettricità fosse una e una sola. Ma aveva bisogno di prove. Rimboccatosi le maniche ripeté gli esperimenti di Galvani e si convinse che quella che il suo collega chiamava elettricità animale, altro non era che semplice elettricità provocata dal contatto dei due diversi metalli che collegavano nervi e muscoli; concluse così che quei metalli erano non solo conduttori, ma motori di elettricità, mentre la povera rana ne era un umile rilevatore (il più sensibile all’epoca tra l’altro) e quindi poteva benissimo ritornare a essere inseguita dalle dame di corte.
La Pila di Volta
Nonostante gli accesi diverbi con Volta, Galvani proseguì con i suoi esperimenti e arrivò ad importanti scoperte, punto di partenza per l’elettrofisiologia, mentre il primo continuò per la sua strada fino alla scoperta che è stata paragonata a quella del fuoco: l’organo elettrico artificiale, per gli amici la pila.
Egli era riuscito ad ottenere una tensione elettrica senza l’utilizzo delle rane, semplicemente ponendo a contatto materiali metallici diversi.
Forte di questo successo decise di fare le cose in grande: più precisamente si accorse che impilando in colonna una dozzina di dischi di zinco e rame separati da pezzi di cartone o di qualcosa di spugnoso ben inumiditi da una soluzione salina (ovvero di un sale disciolto nell’acqua), otteneva un apparecchio capace di generare corrente elettrica in caso di bisogno.
In attesa dell’invenzione del GameBoy, non sapeva bene come utilizzare la geniale scoperta. Decise quindi di provarla sulla macchina più interessante e complicata a disposizione: il suo corpo.
Scoprì che la pila che gli provocava piacevoli scosse quando metteva in contatto la base e la testa. Se aumentava di numero le triplette di zinco-cartone-rame e ripeteva il procedimento sentiva scosse sempre più forti che lo colpivano assai dolorosamente.
Ma è matto? Perché si da delle scosse?
Perché vuole eccitare i suoi sensi, vuole sperimentare le possibilità di questa forma di energia del quale in fondo è uno dei patri putativi.
Vi riporto ad esempio solo l’esperienza con il senso dell’udito, citato direttamente le sue parole:
Ho introdotto, ben in fondo nelle due orecchie due specie si sonde metalliche con le punte arrotondate (Giovanni Mucciaccia docet) e le ho fatte comunicare con le due estremità dell’apparecchio (pila). Nel momento in cui il circolo è stato così completato, ho ricevuto una scossa in testa e qualche momento dopo ho cominciato a sentire un suono, o piuttosto un rumore nelle orecchie (non ridere Billy si tratta di un illustre scienziato), che non saprei ben definire sarebbe una specie di scricchiolio a tratti o crepitio come se qualche pasta o materia tenace bollisse. Questo rumore continuò senza tregua e senza aumento per tutto il tempo che il circolo fu completo.
La sensazione sgradevole, e che io ritenevo dannosa, dalla scossa nel cervello ha fatto sì che non ho ripetuto più volte questa esperienza.
Beh ci sarebbe molto altro da dire ma non voglio tediarvi a lungo. Sappiate che senza quelle rane ballerine che stimolarono il genio di Volta voi non potreste leggere questo articolo, lamentarvi su Facebook o semplicemente concepire la società moderna come la conosciamo.
Quindi adesso applaudi Billy. Ti osservo.
Alla prossima ☺
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