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Scienza e Girlpower

Ciao Billy, oggi trattiamo un tema importante che sembra lontano dal nostro pane quotidiano (la nostra beneamata scienza), ma in realtà non lo è affatto: la donna.

Nel passato la donna è sempre stata considerata “l’angelo del focolare”, il sesso debole la cui prerogativa principale se non esclusiva era fare il bucato, rammendare i calzini, preparare il pranzo, accudire i figli, servire e riverire prima il padre e poi il marito. Non aveva voce, non aveva scelta.

Ora siamo nel terzo millennio e dirai, ci siamo evoluti, siamo nell’era delle pari opportunità, “Liberté, Egalité, Fraternité”. Ma non è proprio così. Lo sanno

  • Sara Di Pietrantonio, strangolata e arsa viva dall’ex fidanzato
  • Gloria Rosboch, strangolata da un suo ex allievo e un complice
  • Marinella Pellegrini, uccisa a coltellate dal marito
  • Monica De Rossi, accoltellata dall’ex
  • Angelina Fusco, uccisa a colpi di pistola dal marito

e molte altre donne, 77 per la precisione dal 1 Gennaio 2016 ad oggi. Sono state uccise brutalmente perché volevano svincolarsi dalla violenza del marito, perché volevano essere libere, oppure perché si erano illuse di essere amate.

È stato forse un incipit troppo forte, ma questo è l’unico modo Billy per sottolineare la gravità della situazione. Non tutti i maltrattamenti finiscono nel sangue, molti altri si manifestano sottoforma di discriminazioni, ingiustizie e mancati riconoscimenti quotidiani. Te lo dimostro con una serie di dati.

Concentriamoci ora sull’ambito lavorativo. Sebbene le donne abbiano performance formative migliori dei loro colleghi maschi, sul mercato del lavoro incontrano maggiori difficoltà di realizzazione professionale, in Italia ancora di più di quanto non capiti in Europa. Secondo il XVII Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati:

  • Tra i laureati magistrali (42% uomini e 58% donne), ad un anno dalla laurea, lavorano il 52,5% delle donne e il 60% degli uomini.
  • Il differenziale occupazionale raggiunge i 28 punti percentuali tra quanti hanno figli: 55% tra gli uomini, contro il 27% delle laureate.
  • Differenze significative di genere si rilevano anche dal punto di vista retributivo: ad un anno dal conseguimento del titolo, a parità di condizione lavorative, gli uomini guadagnano il 30% in più delle loro colleghe: 1.217€ contro i 936€ delle donne, mediamente.

Inoltre:

  • Dal Quirinale alle Province, passando per Ministeri, Parlamento, Regioni, giunte e consigli comunali, il 79,27% degli incarichi istituzionali in Italia nel 2014 era in mano agli uomini.
  • Stando ai dati Consob sulla corporate governance, aggiornati a giugno 2015, il 27,6% dei posti di consigliere nei CdA è occupato da donne (11,6% nel 2012, almeno qualcosa è migliorato, anche se le percentuali sono ancora molto sbilanciate).
  • Infine, avviciniamoci al nostro mondo: le ricercatrici universitarie sono 10mila su 24mila, le professoresse associate 5.600 su 16mila, le ordinarie 3mila su 14.457 e sono solo 5 le donne su 78 rettori in tutta Italia.

Non dimentichiamoci poi dei lunghissimi ritardi con cui sono stati riconosciuti alcuni diritti fondamentali alle donne. Ricordiamo che la prima Università è nata a Bologna nel 1088 e la prima donna al mondo a laurearsi fu Elena Lucrezia Cornaro nel 1678 (590 anni dopo!) a Padova solo grazie a insistenti richieste, dato che il vescovo di Padova, la cui autorizzazione era vincolante in qualità di cancelliere dell'Università, sosteneva che fosse «uno sproposito dottorar una donna» e che sarebbe stato un «renderci ridicoli a tutto il mondo». Quando infine accettò, una volta conseguita la laurea in teologia, Elena non poteva comunque esercitare l'insegnamento in quanto donna. A proposito di vescovi e teologia, meglio non parlare della condizione della donna nella Chiesa... Infine, il Parlamento italiano approvò nel 1912 il diritto di voto a tutti i cittadini maschi a partire dai 21 anni che avessero superato l'esame di scuola elementare e di età superiore ai 30 anni indipendentemente dal loro grado di istruzione (la classe nobiliare ne beneficiava già dal 1861). Il diritto di voto venne invece riconosciuto alle donne solo nel 1945 e esercitato per la prima volta l’anno successivo in occasione del referendum Monarchia-Repubblica.

Quindi mi pare evidente Billy che le donne continuino a subire discriminazioni e per farsi valere in campo lavorativo devono lottare con le unghie e con i denti, soprattutto nel mondo scientifico e tecnologico, che è considerato prettamente di dominio maschile. Ma ti sottopongo a un quiz Billy:

  • Chi ha inventato il tergicristallo? MARY Anderson
  • Il vetro antiriflesso? KATHERINE Blodgett
  • Il concetto di compilatore dei programmi software? GRACE Hopper
  • Il primo algoritmo espressamente inteso per essere elaborato da una macchina? ADA Lovelace
  • Il dispositivo per l'alimentazione degli amputati? BESSIE Blount
  • I metodi di inscatolamento sottovuoto? AMANDA Jones
  • I codici di sicurezza per le comunicazioni in tempo di guerra? HEDY Lamarr

Rispondi sinceramente… lo sapevi? Ma soprattutto, davi per scontato che il tergicristallo l’avesse inventato un arguto omaccione peloso, vero? Oppure che i codici di sicurezza per le comunicazioni belliche fossero ideati da un maschio CON LE PALLE, giusto? SBAGLIATO!

Ragioniamo anche solo sul lessico, perché si deve dire che Marie Curie era “una donna con le palle”? Perché l’idea di grinta e determinazione deve essere ricondotto ancora una volta alla figura maschile? Il maschilismo traspare non solo dai numeri, ma anche dal linguaggio, una delle caratteristiche peculiari della cultura di un popolo.

Citiamo ora tre casi esemplari, tre Donne scienziato con la D maiuscola dal talento eccezionale, che però spesso non è stato valorizzato e in alcuni casi addirittura represso e mortificato: Marie Curie, Rosalind Franklin e Lise Meitner.

Marie Curie è forse tra le poche donne il cui talento scientifico venne davvero riconosciuto fin dal principio. Rosalind Franklin invece non ha avuto questa fortuna e il merito per il ruolo fondamentale che ha avuto nella scoperta della doppia elica del DNA è stato solo postumo. Infine Lise Meitner, questa sconosciuta, è stata totalmente surclassata dall’arroganza maschile dall’inizio alla fine e ancora oggi è poco nota.

Pronto Billy? Cominciamo!

Marie Curie

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La paladina delle scienziate Maria Skłodowska nasce il 7 novembre 1867 a Varsavia, in una Polonia assoggettata alla Russia. Si è sempre distinta per tre qualità: memoria, capacità di concentrazione e sete di sapere. La sete di sapere è corredata ovviamente da una buona dose di determinazione e intransigenza, senza le quali Maria sarebbe per sempre rimasta un’umile governante polacca. Facciamo un esempio. Si racconta che un giorno a scuola la maestra di Maria stava insegnando la storia della Polonia (e non della Russia, come imponeva il regime), quando improvvisamente entra in aula il signor Hornberg, ispettore degli istituti privati di Varsavia. Egli sceglie (per grazia divina) Maria e la interroga sulla storia della Russia zarista; l'allieva risponde senza commettere errori. Quando l'ispettore lascia la stanza, tutti tirano un sospiro di sollievo, soprattutto la maestra, che mai si sarebbe aspettata che qualcuno conoscesse la storia della Russia zarista. Maria invece scoppia in singhiozzi, umiliata per il servilismo mostrato davanti all'ispettore russo. Un bel tipino la nostra Maria, ma dopotutto senza questa severità con se stessa, la sua fierezza e determinazione non avrebbe mai fatto strada, e che strada, dato che ha vinto ben due premi Nobel!

Nel 1891 Maria lascia finalmente il lavoro da governante e si trasferisce a Parigi per proseguire i suoi studi in scienze alla Sorbona, dove conosce anche il futuro marito Pierre Curie. Esattamente quindici anni più tardi, il 5 novembre 1906, Marie sarà la prima donna ammessa a insegnare alla Sorbona. Nel 1903 Marie termina il suo dottorato e nello stesso anno ottiene il Premio Nobel per la Fisica, insieme a Pierre e a Henri Becquerel, per la scoperta e l'analisi della radioattività naturale. Inizialmente per il Nobel viene fatto solo il nome del marito e soltanto grazie alle proteste di Pierre, innamorato e conscio del genio di Marie, quest’ultima non ne è esclusa. Viene però pregata di “stare zitta” alla cerimonia e il discorso di accettazione del Nobel viene tenuto solo dal marito. Marie ha avuto la rara e provvidenziale fortuna di aver sposato un uomo intelligente, oltre che brillante. Alla base della loro unione c’erano il grande rispetto che Pierre aveva del lavoro e della passione scientifica di Marie, un progetto di ricerca comune e soprattutto una comune visione della scienza come ideale. Nel 1906 purtroppo Pierre muore in un incidente e Marie prosegue da sola i suoi studi. Nel 1911 viene insignita ancora del prestigioso premio, questa volta per la Chimica, quale riconoscimento per l'isolamento del Radio e del Polonio. È la prima persona a vincere due premi Nobel nella storia. Nonostante le sue imprese scientifiche pionieristiche, i numerosi riconoscimenti e la fama mondiale, Marie però non verrà mai ammessa all'Académie Française des Sciences, poiché i suoi membri non accettavano ancora che una donna facesse parte del loro gruppo. Pierre ha combattuto perché il suo talento venisse riconosciuto, ma a quanto pare due Nobel non sono niente in confronto a un cromosoma. Muore nel sanatorio di Sancellemoz di Passy in Alta Savoia il 4 Luglio 1934. Ancora oggi, tutti i suoi appunti di laboratorio successivi al 1890, persino i suoi ricettari di cucina, sono considerati pericolosi a causa del loro contatto con sostanze radioattive.

Marie avrà sempre un posto speciale nel nostro cuore, vero Billy? Ma passiamo ora a Rosalind Franklin, che non è da meno.

Rosalind Franklin

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Rosalind Elsie Franklin è nata il 25 luglio 1920 nel quartiere di Notting Hill a Londra, in una famiglia ebraica di stretta osservanza e appartenente alla buona borghesia. Si laurea in Chimica a Cambridge nel 1941 e dopo un periodo trascorso in Francia, dove Rosalind apprende la tecnica della diffrazione ai raggi X, si trasferisce al King’s College di Londra, diretto da Maurice Wilkins.

La vita di Rosalind Franklin in questo periodo risulta tutt'altro che felice: i rapporti con i colleghi sono difficili a causa del suo forte temperamento diretto, spesso un poco rude, conciso e a tratti sarcastico. Rivalità e ambizione si scontravano con un diffuso maschilismo che tendeva al separatismo fra uomini e donne e alla pretesa di comportamento ancillare da parte di queste ultime nei confronti degli scienziati maschi. Qui, inizia lo studio del DNA, avvalendosi soprattutto delle immagini realizzate con i raggi X, tecnica in cui Rosalind era ineguagliabile. Al King’s College lavorava per ore nel suo antro senza indossare il camice di piombo per proteggersi dai raggi X, e benché la scienza allora non ne conoscesse tutta la negatività sull’organismo, chi entrava là dentro se ne stupiva, ma lei ribatteva che «il lavoro è più importante di ogni altra cosa». Tra le immagini di Rosalind, se ne distingueva una particolarmente preziosa, la famosa fotografia 51. Wilkins ne capisce subito l’importanza e si affretta a consegnarla a sua insaputa a due ricercatori del laboratorio Cavendish, James Watson e Francis Crick. Essa mostra i filamenti del DNA che si incrociavano formando un'elica: si tratta della forma B del DNA, una scoperta eccezionale.

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I due si mettono immediatamente al lavoro per non essere battuti sul tempo e nel Novembre del 1951 danno vita a un primo modello di DNA tenendo conto dei suggerimenti dati da Wilkins e dalle riflessioni della giovane Rosalind. Il 25 aprile del 1953 viene pubblicato sulla rivista Nature l'articolo dei due ricercatori del Cavendish, che sono riusciti ad anticipare il King's College, in barba a tutti.

Rosalind non ne poteva più e, incurante della poca riconoscenza dimostratale, si trasferisce prima in Israele e poi al Birkbeck per respirare aria nuova, lontana dagli avvoltoi inglesi, cominciando una nuova ricerca sul virus del mosaico del tabacco.

Nel 1962 il trio Watson, Crick e Wilkins ottiene il Premio Nobel per la Medicina, in forza delle ricerche sul DNA. Nessun accenno a Rosalind. Misoginia? Antifemminismo? In verità il regolamento del Nobel non ammetteva il conferimento del premio a soggetti non viventi, ma qualche cenno avrebbe potuto essere fatto. D’altra parte le lunghe ore passate esposta ai raggi X nel suo laboratorio avevano da tempo presentato a Rosalind il conto: tumore alle ovaie. Muore a 37 anni il 16 aprile 1958 nel quartiere londinese di Chelsea.

Nell'autobiografia di Watson “La doppia elica”, pubblicata nel 1968, Rosalind viene descritta come “la terribile e bisbetica Rosy”, una donna non attraente e dal carattere pessimo, molto gelosa del proprio lavoro, che trattava gli uomini come ragazzini cattivi e che vestiva da liceale. Insomma, una secchiona cozza e sfigata. Si chiede, perché mai non si è accontentata di limitarsi a fare l'assistente di Wilkins?

Questa domanda si commenta da sola. “Ai posteri l’ardua sentenza”.

Infine Lise Meitneir.

Lise Meitneir

Alzi onestamente la mano chi conosce Lise Meitner. Credo Billy che sia una delle scienziate meno riconosciute della storia e indovina cosa ha scoperto? Niente popò di meno che la fissione nucleare. La fissione nucleare Billy! Raccontiamo un po’ le peripezie di quella che Einstein definisce “la Marie Curie tedesca”.

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Lise Meitner nasce a Vienna il 7 Novembre 1878 in una famiglia ebraica dell’alta borghesia. Consegue il dottorato in Fisica all’Università di Vienna nel 1906, per poi trasferirsi a Berlino, dove lavora nel laboratorio di Otto Hahn come "ospite non pagato". Dato che a quell'epoca in Prussia le donne non erano ammesse all'università, Lise doveva entrare dalla porta di servizio e non poteva accedere alle aule e ai laboratori degli studenti. Il divieto viene annullato solo nel 1909, quando viene ufficialmente concesso alle donne il diritto allo studio e inizia a percepire un salario solo dal 1913, diventando infine professoressa di Fisica nucleare sperimentale nel 1926. Sembra che tutto vada per il meglio, anche se a rilento, ma lo sai Billy, nella Germania nazista la vita non può essere facile per nessuno. Nel 1933, infatti, a causa delle sue origini ebraiche, pur essendosi convertita al protestantesimo, le viene ritirato il permesso d'insegnamento e quando l’Austria viene annessa alla Germania nel 1938, Lise è costretta alla fuga per salvarsi. Si rifugia in Svezia e leggende metropolitane narrano che abbia avuto il lampo di genio riguardo alla fissione nucleare durante una passeggiata nei boschi con il nipote Otto Frisch. Dunque Billy, annota sulla tua ToDo list: fare più passeggiate nei boschi della Svezia; quando vai, chiamami. Lise pone le fondamenta per lo sviluppo sperimentale della fissione nucleare, che avrà poi sia un’applicazione bellica (armi nucleari), sia una pacifica (energia nucleare).

Da pacifista convinta, Lise si rifiuta di accettare incarichi di ricerca per la costruzione di una bomba atomica, nonostante le ripetute richieste dagli Stati Uniti. Otto Hahn, con cui ovviamente Lise aveva condiviso la scoperta, riceve nel 1945 il premio Nobel per la Chimica, ma ancora una volta di Lise neanche l’ombra. Invece viene festeggiata come "madre della bomba atomica" e "donna dell'anno" durante un suo viaggio per dare lezioni negli USA nel 1946, l'anno dopo il lancio delle prime bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Nel 1960 va a vivere presso suo nipote a Cambridge, dove trascorre gli ultimi otto anni della sua vita, impegnandosi sempre per l’uso pacifico della fissione nucleare. Muore il 27 Ottobre 1968, all'età di 89 anni.


Hai capito Billy come funziona? Hai capito che le donne devono sempre farsi un mazzo così, per poi spesso ottenere un pugno di mosche? Certo, non credo che né Maria, né Rosalind, né Lise lavorassero per la gloria, però vedere che un uomo gradasso ti soffia i meriti dei tuoi sforzi non è divertente. Ma soprattutto la cosa più preoccupante è sapere che ogni donna quando si sveglia sa che deve combattere per evitare che un uomo offuschi il suo operato ed è facile che non venga sufficientemente apprezzata e valorizzata. Questo pericolo però non deve assolutamente indurre una donna a desistere dall’intraprendere qualsiasi progetto.

A tutti i Billy maschi, siate sempre leali ed onesti e sostenete le vostre donne. Abbiate stima di loro e rispettate la loro fiera indipendenza!

A tutte i Billy femmina, rimboccatevi le maniche e fate vedere di che pasta siete fatte! Non scoraggiatevi e dimostrate con le unghie e con i denti che nessuno deve mettervi i piedi in testa! La parità dei sessi deve diventare fattiva. Non abbiate paura, denunciate ciò che vi minaccia, lottate per ciò che volete ottenere, sempre a testa alta!

Fatelo per Marie, Rosalind, Lise, Sara, Gloria, Marinella, Monica, Angelina…

Girlpower!

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